ULTIMO PRESENTE

di Lorenzo Cappella e Davide Miceli

“Studio Buccia ospita una mostra nera e cinerea, che dialoga con l’anima concettuale dello spazio, operando un anti-narrazione sul tema della marginalità, dello scarto, del rifiuto. Attraverso frammenti allucinati di immagini e tracce dimentiche dei loro soggetti e oggetti, l’opera di Cappella e di Miceli si fonde in un’unica visione allucinata, dilatata ed espansa come un urlo, che cancella nel suo impeto le identità di entrambi gli artisti in un dialogo radicale, raccontandoci di un’apocalisse che – paradossalmente – è sempre presente ma costantemente differita. Un senso imminente di disfacimento abita le nostre coscienze, scossa dalle continue minacce poste da una contemporaneità che si è fatta distopica, fra la crisi climatica, la pandemia, il ritorno del fantasma nucleare e una moltitudine di altre silenziose prospettive angosciose. Ma questo epilogo (continuamente immaginato da tutti noi nelle nostre notti insonni) non è solo un evento finale e definitivo, un esito inaggirabile che annienta speranze e promesse di sopravvivere a noi stessi e all’orrore che ci supera. L’apocalisse, scissa dall’interpretazione teologica cristiana, è diventata qualcosa che ci abita, che riscrive tragicamente la storia dell’umanità delle origini, maledicendo il senso del nostro vivere, chiedendoci a sua volta di essere ripetutamente ri-narrata, ri-rappresentata. Una ripetizione infernale. Il suo sentimento fra le epoche e le regioni della psiche ci abita così profondamente, si insinua così agilmente, nelle nostre visioni e nei nostri discorsi, che ha creato ben presto un’estetica, sentita interiormente prima ancora di essere codificata in un canone. Ma l’arte più disperata può essere catartica?”

Mattia Cucurullo